Cprint Lambda: l'intramontabile fascino della stampa cromogenica.

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8 gennaio 2021

C-Type Lambda Print: ovvero perchè stampare oggi con una tecnologia “vecchia” di 20 anni.

Il tempo passa e la tecnologia si evolve rendendo sempre più “democratici” i mezzi di produzione. Come affrontato nel precedente articolo questo è un processo inesorabile che porterà mutamenti sempre più profondi sia nel modo di fotografare e di riprodurre e commercializzare le immagini.

Un laboratorio fotografico come il nostro che è specializzato in STAMPA FINE ART deve offrire sempre le tecnologie più avanzate e spesso precedere quelle che saranno le tendenze dell’ambito fotografico e delle arti visive. Negli anni infatti pur avendo mantenuto la gestione dell’immagine e la stampa come centri dell’attività ci siamo impegnati a corpire tutti i servizi che permettono di consegnare Opere compiute agli autori che si rivolgono a noi.

Il continuo aggiornamento tecnologico e l’espansione delle attività collaterali (montaggi museali, corniceria artigianale, plexiglass etc) spesso rendono necessario l’abbandono di processi “obsoleti” per mere ragioni di spazio e costi.
La tendenza degli ultimi 20 anni è stata infatti quella di rincorrere, senza riflettere troppo, gli ultimi aggiornamenti in fatto di macchine magari dismettendo attrezzature affidabili e rodate nel tempo senza la certezza di un effettivo miglioramento nella produzione. Chiaramente siamo tutti vittime del marketing, esperti del settore compresi, e spesso la tentazione di avere “giocattoli” sempre più nuovi è veramente forte ma alle volte è necessario guardarsi indietro per andare avanti.

Fino a pochissimi anni fa sembrava che lo SVILUPPO PROFESSONALE DELLE PELLICOLE come la loro DIGITALIZZAZIONE TRAMITE DRUM SCANNER O SCANNER A TAMBURO e in particolar modo LA STAMPA CROMOGENICA di cui parliamo in questo articolo sarebbero stati soppiantati del tutto dai plotter ink jet di grande formato.

Infatti molti laboratori (anche per motivi di budget) hanno deciso nel giro di pochissimi anni di disfarsi totalmente di queste attrezzature. Questo processo è avvenuto molto velocemente poichè si dava per scontato che questo tipo di produzioni sarebbero cadute nell’oblio.
Trattandosi di macchinari estremamente ingombranti e pesanti il loro smantellamento è stato estremamente “brutale” onde contenerne i costi, in parole povere questi apparati produttivi costati centinaia di milioni di lire sono stati distrutti e venduti come rottami. E’ ovvio che quindi tecnologie estremamente performanti ma ingombranti e in alcuni casi lente sono cadute velocemente nell’oblio in quanto proprio per il loro tipo di dismissione non sono state inserite nel mercato dell’usato.

Sembra paradossale ma il 99% dei laboratorio ha preferito vendere le proprie vecchie attrezzature come scarti metallici ai ferrivecchi che smontarle e rivenderle per ovvi motivi economici e di tempistiche. Le prime vittime sono stati gli impianti più ingombranti e cioè le line di stampa cromogenica e le sviluppatrici annesse.
L’illusione di poter fare tutto con uno o due plotter di grande formato collegati a un rip ha difatto azzerato in molti casi linee di produzione rodate negli anni che permettevano tipi di stampa impossibili da eguagliare anche col miglior plotter ink jet dedicato al fine art e controllato dal RIP di stampa più sofisticato. Questa frenesia di cambiamento e ottimizzazione ha standardizzato ancora di più i tipi di stampa difatto rendendo  difficile per il cliente orientarsi e scatenando così una vera e propria guerra sul prezzo.
Lentamente ma inesorabilmente alcuni tipi di stampa sono diventati sempre più difficili da reperire tanto che le “nuove generazioni” sembrano ignorarle o averne solo lontani echi.

L’impoverimento delle soluzioni di stampa danneggia non solo i laboratori ma anche gli autori che si trovano con le ali tarpate quando arrivano a produrre le loro opere.

Il nostro laboratorio fortunatamente si è sempre potuto permettere di andare in controtendenza (disponendo anche di più di 600 mq. dove lavorare) e quindi di conservare linee di stampa che sul momento sembravano antiquate o sul punto di morire.
La nostra “pazienza” è stata ripagata nel medio e lungo periodo in quanto siamo riusciti a mantenere in fuzione un  ingranditore digitale Lambda Drust per stampe cromogeniche o silver gelatin Ilford per il bianco e nero.
La possibilità di stampare sia in maniera “fotografica” che in “giclée offre ai nostri autori un vastissimo ventaglio di supporti con i quali finalizzare le loro Opere o Serie Fotografiche. Chiaramente tutto questo ha un prezzo in termini economici e di spazio ma la passione per “fare bene” ci ha spinti a non sacrificare mai la qualità e la scelta per il ritorno economico immediato.

Lo stesso vale per il settore scansioni nel quale gli scanner a tamburo sono stati in gran parte andati distrutti poichè sembrava che gli Imacon sarebbero stati il futuro. Ormai trovare scanner high end funzionanti e soprattutto con pezzi di ricambio e una manutenzione e calibrazione annunale è praticamente impossibile.
Anche in questo caso la pazienza e l’idea di un progetto a lungo termine hanno fatto si che le scansioni high end accoppiate con la stampa cromogenica a ingranditore Lambda DURST siano per i nostri autori una combinazione vincente difficilmente reperibile in altri laboratori. 

Tantissimi autori veterani non hanno mai smesso di stampare cromogenico. Le “nuove generazioni”, grazie a un aumento generale della “cultura” e al voler utilizzare le stesse tecniche di stampa della vecchia scuola si stanno avvicinando nuovamente al C-Print digitale e non.
L’ingranditore Digitale Lambda DURST permette di stampare su una vastissima gamma di carte fotografiche cromogeniche: lucide, opache, metallic (tipo Cibachrome) e trasparenti.


Fra i grandissimi vantaggi della stampa Lambda è che i tre laser che imprimono il medium fotosensibile hanno un tono continuo. Questo vuol dire che non esiste alcun tipo di retinatura o pattern contrariamente a quello che succede nella stampa tipografica o Ink Jet.
Grazie al tono continuo le sfumature e le transizioni vengono riprodotte con un realismo e una morbidezza ineguagliabili. Inoltre  è possibile ottenere buoni risultati anche con files a misura di 100/120 dpi il che la rende ideale per opere di grande formato o gigantografie.
La varietà e la natura totalmente fotografica dei supporti si sposa benissimo con la stampa da scansioni. Chiaramente si tratta di una stampa digitale in quanto la scansione è il risultato della digitalizzazione di un supporto analogico.

Per questo motivo gli autori e gli amatori che si rivolgono a noi nella maggior parte dei casi ci affidano la scansione  in quanto esso è un passaggio fondamentale per ottenere un’ottima stampa.
Se parliamo di formati inferiori al 40x50cm le scansioni possono essere eseguite anche con scanner di fascia consumer come gli Epson della famiglia V700/V750/800 poichè il formato ridotto non permette di apprezzare in pieno i dettagli, la grana e la gamma dinamica presenti sulla pellicola.Quando invece parliamo di formati medio grandi l’utilizzo di un dispositivo di fascia alta è fondamentale.

La stampa cromogenica con sistema Lambda DURST è un’ottima soluzione per chi scatta in digitale. Questo tipo di stampa fotografica grazie al suo laser di tricromia a tono continuo riesce a rendere le stampe meno “digitali”. Alle soglie del 2018 parlare di de-digitalizzazione sembra un controsenso in quanto le parole d’ordine sono: HD, 4k e HDR. Risoluzione e incisione sono ormai percepiti come sinonimi di qualità e tendenza, il problema è che quando si parla della creazione di Opere non si possono stabilire benchmark assoluti di qualità poiché ogni medium ha il suo linguaggio.
La stampa lambda proprio per caratteristiche è perfetta per chi vuole concretizzare le sue immagini su un supporto che parli di “Fotografia”.

La scelta del nostro laboratorio di mantenere tutte le linee di stampa cromogenica associata a quella di espandere e investire in scanner a tamburo e di fascia alta si è rivelata vincente. Le conferme sono arrivate nel tempo, in quanto i nostri autori si sono riavvicinati gradualmente a questo metodo di lavoro però la tendenza è all’insegna della crescita.


Le parole e i video non possono rendere a pieno l’effetto finale di una stampa, per questo motivo invitiamo tutti a venire a trovarci in laboratorio per provare questo tipo di stampa che nei decenni continua a essere la preferita di molti grandissimi autori.

L.D.S.