Quante e quali fotografie mettere in mostra?
Quando ci si approccia all’organizzazione e alla produzione di una mostra fotografica è fondamentale avere fra le mani un corpus di immagini già scremato, in modo da sintetizzarne la tematica.
Quante foto mettere in mostra è una domanda a cui difficilmente si può rispondere senza banalizzazioni. Tuttavia, per la nostra esperienza, mediamente dalle 15 alle 25 opere sono sufficienti per creare un allestimento immersivo e “soddisfacente” per il pubblico.
Usiamo il termine opere poiché non ci riferiamo esclusivamente a immagini singole: rientrano anche polittici come griglie, patchwork, wallpaper e installazioni composti da più fotografie.
Il ruolo del curatore e dell’editing
La figura del curatore è preziosa non solo nelle fasi organizzative e operative, ma anche per l’editing finale dei progetti che verranno esposti. Contare sulla sua expertise consente di selezionare le immagini in maniera efficace e sintetica, offrendo un punto di vista alternativo ma complementare a quello dell’autore.
Il nostro laboratorio fotografico fine art con sedi a Firenze, Bologna e Milano ha più di quarant’anni di esperienza e collabora con curatori e fotografi di livello internazionale. Operando da oltre quattro decenni, abbiamo maturato familiarità con gli aspetti produttivi, tecnici, organizzativi e di allestimento. Non ci sostituiamo al curatore, ma possiamo affiancare i fotografi che ne fossero sprovvisti: i nostri spazi sono luoghi di incontro dove progettare soluzioni ad hoc con la passione che ci contraddistingue.
Il nostro servizio di stampa collaborativa prevede anche una fase dedicata all’editing delle sequenze, per individuare le immagini più efficaci non solo dal punto di vista tecnico, ma anche narrativo (storytelling).
Che tipo di stampa fotografica scegliere per la propria mostra?
Un’ottima stampa fotografica fine art è uno strumento: per esprimere al meglio il progetto deve essere gestita con consapevolezza. Non esiste una tipologia “migliore in assoluto”: la scelta dipende dalle immagini e dall’intento dell’autore.
Nei nostri laboratori di Firenze, Bologna e Milano sono disponibili tutte le principali tecniche fine art: la giclée con pigmenti e carte certificate, le C-Print (e le silver gelatin b/n) con ingranditore digitale Durst Lambda, e la stampa diretta UV Fine Art ad altissima risoluzione con possibilità di rilievo.
Stampa Inkjet Fine Art (Giclée)
Indicata per: la maggior parte delle immagini grazie alla flessibilità; immagini ad alto contrasto; saturazioni estreme; opere con destinazione museale o con certificazione richiesta; riproduzione di opere su carta cotone o tela; montaggi sotto plexiglas o lightbox fine art.
Pro: durata certificata; gamma cromatica molto ampia; bianco e nero neutro; grandissima varietà di carte.
Contro: teme l’umidità; resistenza ridotta a graffi e abrasioni; non adatta agli agenti atmosferici.
Dimensioni massime di stampa: 185 × 400 cm.
È lo standard per fotografia d’arte e arte contemporanea. Utilizziamo stampanti di grande formato con pigmenti Epson Ultrachrome di ultima generazione, che permettono stampe fino a 185 × 400 cm su carte cotone totalmente matte o su supporti luster/lucidi simili alla resa cromogenica tradizionale. La giclée garantisce saturazioni estreme, bianchi e neri molto neutri e risultati consistenti e ripetibili grazie a software maturi e schermi calibrati. Può essere facilmente pannellizzata, montata sotto plexiglas o retroilluminata con i nostri lightbox.
Stampa Fotografica Inkjet Fine Art 180 x 225 cm Pannellizzata su Dibond e Cornice Artigianale per Massimo Listri
C-Print e Silver Gelatin Print bianconero con ingranditore digitale Durst Lambda
Indicata per: immagini dal gusto analogico; bianco e nero classico ai sali d’argento; stampe da pellicole fotografiche; opere per musei, gallerie e collezionisti.
Pro: resa indistinguibile a occhio nudo dalla stampa analogica; b/n realmente ai sali d’argento; passaggi tonali morbidi; possibilità di carta Fujiflex ultra lucida (simile al Cibachrome).
Contro: gamut più conservativo; b/n su carta cromogenica tonalizzata; scelta di carte limitata; teme gli agenti atmosferici.
Dimensioni massime di stampa: 124 × 400 cm.
L’ingranditore digitale Durst Lambda unisce le qualità della stampa analogica (cromogenica e b/n ai sali d’argento) alla praticità del digitale, ottenendo stampe praticamente indistinguibili da quelle da camera oscura. È un classico contemporaneo che mantiene un’estetica analogica coerente, soprattutto partendo da scansioni a tamburo di pellicola.
Stampa Diretta UV Fine Art con possibilità di rilievo
Indicata per: mostre collettive; festival all’aperto; installazioni site specific; effetti di trasparenza; opere a livelli su supporti trasparenti; opere retroilluminate; materiali alternativi; texture a rilievo.
Pro: estrema resistenza agli agenti atmosferici; lavabile; compatibile con quasi ogni supporto planare (Dibond, Forex, vetro, plexiglas, metallo, legno, pietra…); ottimo rapporto qualità/prezzo.
Contro: gamut leggermente più conservativo della giclée; opere non certificabili.
Dimensioni massime: 124 × 249 cm – Spessore supporto: fino a 8 cm.
La nostra stampa diretta UV con tecnologia Epson Ultrachrome UV a 10 canali consente risultati vicini al fine art su quasi qualsiasi materiale, inclusi Forex e Dibond (opere rigide pronte per l’installazione). La stratificazione dei pigmenti consente rilievi 3D che riproducono plasticamente le texture. La polimerizzazione UV rende le stampe resistenti agli agenti atmosferici, ideali per mostre en plein air e installazioni creative su supporti materici come legno o pietra.
È possibile progettare allestimenti ibridi che combinano tecnologie diverse (es. giclée su carte certificate + installazioni UV su materiali alternativi) per creare livelli di lettura differenti e un maggiore coinvolgimento del pubblico.
Come scegliere le dimensioni delle stampe fotografiche da mettere in mostra
Tra le domande più frequenti c’è quella sul formato di stampa. Numero di opere e dimensioni dipendono anche dal budget; per questo consigliamo soluzioni che ottimizzino i costi, combinando qualità, quantità e formati.
Prima di parlare di dimensioni, è fondamentale rispettare i formati standard presenti a listino: si sfruttano al meglio bobine e supporti, liberando risorse da destinare a opere extra.
La prima variabile è l’ambiente di installazione: senza conoscere spazi e altezze non ha senso progettare. Misurate lunghezza e altezza delle pareti e create un layout (con CAD o Photoshop) per decidere la scala, valutare l’ingombro e previsualizzare la giustapposizione.
Regola d’oro: un’opera installata a muro sembra sempre più piccola di quanto immaginato. Meglio abbondare che ritrovarsi con una mostra di “francobolli”.
In genere, un’immagine si apprezza nei dettagli da 40 × 60 cm. Consigliamo spesso formati da 100 × 70 cm in su: valorizzano i sensori moderni e incontrano il mercato del collezionismo. Oggi circa il 70% delle opere che produciamo supera 100 × 70 cm; possiamo arrivare fino a 180 × 400 cm con cornici e vetro museale.
Molte mostre impiegano grandi formati pannellizzati su Dibond, affiancati da griglie di immagini più piccole rifinite allo stesso modo. Detto ciò, non si deve spingere sempre al grande: la dimensione deve servire il messaggio. Le stampe piccole (10×15, 13×18, 20×30) invitano lo spettatore ad avvicinarsi, creando un rapporto intimo. In questi casi, passepartout generosi e vetro museale impreziosiscono l’opera.
Quali cornici e opzioni di finitura scegliere per le mostre fotografiche?
Nei nostri laboratori di Firenze, Bologna e Milano, oltre alle tecniche di stampa fotografica fine art, offriamo una vasta gamma di finiture per consegnare opere pronte per l’installazione: cornici su misura, pannellizzazione, vetri museali, passepartout e molto altro. Un’eccellente stampa è solo l’inizio del percorso che porta all’opera finita.
La scelta della cornice e delle metodologie di presentazione è fondamentale: in mostra si espongono opere, non semplici immagini. Cornice, passepartout e vetro fanno parte dell’esperienza per il pubblico.
Pannellizzazione per presentazione “al vivo”
Tutte le stampe fine art possono essere pannellizzate su Dibond per restare planari. Con profili in alluminio giuntati sul retro, le opere sono installabili direttamente a muro con tasselli. Usiamo biadesivi acid-free compatibili con le certificazioni museali.
Lo stesso approccio vale per le stampe dirette UV: possiamo stampare sulla faccia della lastra di Dibond o sul retro del plexiglas, applicando distanziatori. La presentazione al vivo è ottima per mostre di grandi dimensioni quando il budget non consente la cornice su ogni opera, ed è scelta anche per estetiche pulite e minimal.
Cornici artigianali a cassetta o floating
Premessa: le stampe andrebbero prima pannellizzate su supporto rigido, per garantire planarità e durata.
Cornice a cassetta. Soluzione classica. La stampa pannellizzata è rifinita con un profilo che sormonta l’immagine di circa 5 mm (il dente), da considerare in impaginazione. È l’unica che può ospitare passepartout e vetri protettivi; i profili variano per spessori in base alla dimensione dell’opera per stabilità e proporzione.
Cornice floating. Effetto “galleggiante”: i profili non sormontano l’immagine e lasciano un vuoto laterale (di norma 5 mm) così che la stampa sembri sospesa. È una soluzione moderna che funziona con giclée, plexiglas e perfino canvas. Con profili sottili (facce a vista da 7 o 3 mm) si rifiniscono grandi formati senza appesantirli.
Passepartout, plexiglas protettivi e vetri museali
Le cornici a cassetta possono integrare passepartout e protezioni come plexiglas o vetri museali antiriflesso. Oltre a proteggere la stampa, ne impreziosiscono la presentazione (pensiamo alla classica mostra in bianco e nero).
I nostri passepartout su misura sono in cartoncino museale acid-free certificato, con toni caldi o neutri in armonia con la palette dell’immagine. Le misure dei bordi vanno calibrate in base alla dimensione e conviene abbondare, perché la cornice riduce la percezione dello spessore bianco.
Per un’ulteriore protezione si possono impiegare lastre di policarbonato ultratrasparente; per eliminare riflessi e aggiungere schermo ai raggi UV consigliamo i vetri antiriflesso. Sconsigliamo il vetro comune (più pesante e pericoloso) e, dove non necessario, il plexiglas standard.

Conclusioni
In questo vademecum abbiamo riassunto tematiche complesse e interconnesse per offrire una visione d’insieme delle soluzioni disponibili a chi desidera produrre una mostra fotografica. Il nostro portfolio servizi è ampio perché gestiamo internamente tutte le lavorazioni: questo ci rende flessibili e in grado di offrire una personalizzazione sartoriale.
Lavorando a quattro mani con chi si affida alla nostra esperienza quarantennale, progettiamo e realizziamo opere e mostre uniche. Ogni autore ha bisogno di un approccio personalizzato per ottenere il massimo dalle proprie fotografie. La nostra expertise, maturata in anni di produzione e ricerca, ci permette di proporre soluzioni innovative apprezzate nel mondo della fotografia e dell’arte contemporanea.
Vi invitiamo a venirci a trovare nei nostri laboratori di stampa fotografica fine art di Firenze, Bologna e Milano per progettare e produrre insieme la vostra prossima mostra fotografica.